TRIESTE Storia travagliata con un lieto fine forse vicino. Per villa Hausbrandt , oltre 1100 metri quadrati più 13 mila di parco tra la Cost...
L'istituto di credito nel 2010 aveva accolto nel proprio patrimonio la dimora della famiglia triestina del caffè come recupero crediti in seguito al fallimento della società isontina Alikè (avvenuto nel 2009), che a sua volta l'aveva acquistata all'asta nel 2006 dalla Regione, destinataria del lascito, per 2 milioni 526mila euro. Dal 2010, quando cioè era stata messa in vendita, è sempre rimasta a languire in mezzo all'immenso parco.
Sono per l'esattezza 1.184 i metri quadrati su cui si estende l'edificio, composto da due saloni, una sala da pranzo, quattro stanze e cinque bagni, una cucina, ascensori, una biblioteca, a cui si aggiungono piscina con spogliatoi e sauna, ampio lastricato, un alloggio per il custode e un’autorimessa. Dotata di due accessi carrabili, uno sulla strada Costiera e l’altro su viale Miramare, e altri due pedonali, la prestigiosa villa è sorta su un insediamento che risale alla fine dell'Ottocento, mentre l’ultima versione è del 1956, quando divenne la residenza del re del caffè Roberto Hausbrandt, morto alla fine degli anni '90. Nel 2015 poi, quando l'agenzia immobiliare monfalconese assunse l'incarico di trovare un nuovo proprietario, per rendere più appetibile l'affare venne ingaggiato lo studio di architettura triestino Metroarea, che aveva previsto una revisione degli spazi interni e una redistribuzione degli ambienti «in modo da valorizzare al massimo il rapporto tra architettura e paesaggio», come si legge ancora oggi sul sito web dei professionisti.
leggi anche:Fallimento Alikè, Villa Hausbrandt all’astaLe sorti di Villa Husbrandt verranno definite il prossimo 25 gennaio quando, assieme alla splendida dimora di viale Miramare, verranno battuti all'asta palazzo Ras e un complesso di villette a schiera in via di Scorcola, tutti beni derivanti dal fallimento della holding AlikèIl programma compositivo prevedeva la divisione interna in quattro enti, tutti con accessi e giardini indipendenti. Oggi invece si punta a un semplice riassetto. Da dicembre scorso infatti sono in corso i lavori legati a un altro progetto di ristrutturazione e rifacimento, sempre diretto dal medesimo studio, come riferisce il direttore generale di Bcc Virgilio De Marchi. Il fine è quello di ripristinare gli ambienti, questa volta indirizzati a un unico proprietario, che potrebbe essere quindi il potenziale acquirente in trattativa con la banca. Con questo intervento si prevede comunque una radicale trasformazione dell'alloggio e già sono state realizzate demolizioni interne.
Quando la casa era stata acquistata da Dimitri Passaro e Gianluca Valenti - gli amministratori della holding Alikè, finita in tribunale per bancarotta fraudolenta con un processo che non si è ancora concluso per Passaro e altri due imputati, e che portò all'asta altri beni tra cui due terzi di palazzo Ras di piazza Oberdan e un complesso di villette a schiera in via di Scorcola -, le rifiniture erano già state in parte modificate, trascurando il precedente progetto della Regione che invece avrebbe previsto una trasformazione a uso foresteria. Dall’abitazione, Alikè aveva ricavato una sede per uffici, puntando a farne il proprio quartier generale. All'epoca si parlava di grandi progetti. Addirittura di aprire la villa al pubblico con una «piccola zona congressi con strutture removibili nella parte alta del parco», magari da «mettere a disposizione di terzi, per manifestazioni mirate».
Tutto era rimasto in completo stato di abbandono. Anche i quasi 84 metri quadrati di piscina sono da tempo in decadimento: «Parti dell'originario rivestimento in mosaico sono cadute, i gradini e le finiture sono rotti», si leggeva già nella perizia del 2009, dopo il fallimento, scritta da Giulio Gregori e Antonio De Paolo. «I camminamenti che permettono di attraversare il parco e collegano i punti panoramici della villa sono difficilmente percorribili causa la vegetazione incolta». Ora però quel gioiello dimenticato potrebbe finalmente rivedere la luce.
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